Questo spazio si limita ad una presentazione, nelle persone di Gabriele Parcelli e Mauro Mantovani; ognuno di noi si presenterà con una propria interpretazione e varie considerazioni sulla scelta di questo argomento come tesi di fine corso. I testi e il materiale sono stati interamente composti dai sottoscritti, ad eccezione dello showreel promozionale in video del prodotto trattato; la Joelette per l’appunto.
Tesina Corso per Accompagnatori Escursionistici FIE anno 2023
Joelette, un’opportunità escursionistica per tutti!
In questa tesina intendo coniugare le mie conoscenze escursionistiche, supportate ed ampliate dal corso per Accompagnatori Escursionistici della FIE, con l’esperienza di 35 anni di lavoro svolto nell’ambito della disabilità. Più specificamente, nel corso dell’attività lavorativa, con le varie Equipe con cui ho collaborato, mi sono trovato spesso a progettare attività esterne al Centro Riabilitativo dove gli ospiti vivevano 24/24 per 365 giorni l’anno. La nostra filosofia di intervento è sempre stata dettata dal pensiero che si doveva lavorare CON il paziente, piuttosto che SUL paziente. Negli ultimi 18 anni mi sono trovato a gestire una realtà di ospiti molto compromessi a livello psico-fisico, ma ciò non ha indebolito il desiderio di ricerca che con l’Equipe abbiamo perseguito lungo il percorso terapeutico. Infatti si è cercato di offrire momenti riabilitativi che avessero una forte valenza ludica, consapevoli del fatto che una stessa attività, se svolta anche in un clima sereno e gioioso, avrebbe avuto un riverbero interiore molto più efficace nel paziente disabile, rispetto alla mera ripetitività dell’azione specialistica, seppur gestita con rigidi protocolli professionali.
In questo contesto, nel corso degli anni, c’è stata l’occasione di stringere proficue collaborazioni con associazioni pubbliche e private per attività di equitazione, balneazione, piscina, soggiorni estivi, pet-terapy, arteterapia, ecc. Ovviamente non mi addentrerò a descrivere le suddette attività gestite CON gli ospiti del Centro Riabilitativo che ho diretto, perchè esula dall’oggetto di questa tesina, ma intendo rilevare che, grazie al mio compagno di Corso, Mauro Mantovani, sono venuto a conoscenza di un ausilio molto utilizzato oltralpe: la Joelette, poco noto in Italia, che consente di portare soggetti disabili in escursioni, anche piuttosto impegnative, fino a partecipare in vere e proprie gare in montagna. Avendo interesse per la montagna ed avendo, nel corso degli anni, incontrato parecchi colleghi con la medesima passione, l’occasione non è mancata per proporre e condividere con alcuni ospiti, giornate in campagna e collina; il limite di utilizzo delle carrozzelle, però, ha sempre condizionato negativamente la possibilità di percorrere sentieri che non fossero pianeggianti, non avessero pendenze significative e non presentassero ostacoli importanti. L’ausilio che andremo a vedere, invece, apre un ventaglio di possibilità, quasi totale, nell’affrontare un percorso montano, il cui limite è rappresentato solo dalla preparazione tecnica e specialistica dei 2/3 accompagnatori che gestiscono la Joelette!
Vedendo vari video in cui si osserva la versatilità e le prestazioni della Joelette mi si è aperto il cuore al pensiero di quanto sia vero uno dei motti della FIE: “noi siamo dispensatori di felicità” e lo vediamo nel sorriso e nell’appagamento nei volti degli escursionisti, sebbene affaticati, in cima alla vetta o giunti alla mèta del percorso. Tale felicità è sicuramente amplificata nei soggetti disabili, che possono toccare letteralmente con mano, obiettivi praticamente irraggiungibili con le classiche carrozzine.
Gabriele Parcelli
Al nutrito ed esaustivo testo di Gabriele, mi accodo con poche righe, e non avendo vissuto come lui quell’esperienza al fianco dei disabili, aggiungerei qualcosa sulla mia attivita’ personale. Da sempre ho indirizzato gran parte del mio tempo libero all’attività sportiva, 30 anni e piu’ di canoa/kayak di cui gli ultimi dedicati all’agonisno fluviale e più precisamente nella specialità slalom. La passione mi ha portato poi a diventare l’editore dell’unica testata giornalistica italiana del settore. Nella canoa la questione della disabilità motoria è sempre stata sentita in modo particolare, anche per il fatto che il kayak si presta particolarmente, favorendone attraverso la seduta la miglior posizione, rispetto ad altri sport. La MTB ha contribuito molto al mio avvicinamento alla montagna, la passione per la cura del paesaggio e della sentieristica e, non ultimo, il mio approccio in FIE, mi hanno fatto riflettere sulle possibilità di rendere i percorsi fruibili senza discriminazione, ovviamente nei limiti possibili. Anche le particolari richieste da parte delle scuole che ci hanno contattato in qualità di (gestori e cura dei sentieri di zona sotto il nome di Uscio Outdoor), hanno fatto in modo, di far scattare in me quell’interesse per trovare la soluzione, senza dover penalizzare nessuno.
Ecco che già da 3 anni, mi sono interessato e consultato con i produttori delle Joelette, che mi hanno illustrato diverse soluzioni, ma soprattutto mi hanno erudito attraverso documentazioni e ancor più filmati, appassionandomi a questo tipo di avventura, e a scoprire addirittura dell’esistenza di un campionato internazionale a squadre. La scelta, di orientare la tesi in questa direzione è stata scontata, seppur coscienti delle difficoltà nell’identificare i percorsi e tutte quelle informazioni logistiche necessarie a questa attività; ben lieto dunque di intraprendere quest’avventura con Gabriele iniziata con una piacevole chiacchierata, ancor prima di conoscerne la sua valenza in materia di disabilità. Trovandoci da subito in sintonia, pensiamo di dare attraverso questo piccolo progetto, un valido apporto, perché ciò non rimanga solo un progetto, ma dandone una continuità per lo sviluppo di questa attività, iniziando proprio da qui. Entrambi esercitiamo da tempo lavoro di volontariato come Croce Rossa Italiana Comitato di Uscio Ge, e Croce Verde Praese e Croce d’Oro Sciarborasca Ge, quindi già particolarmente sensibili alla questione.
Mauro Mantovani